CONTRATTO INTEGRATIVO: UN’OCCASIONE DA
NON PERDERE.
Il
nuovo contratto nazionale (già firmato dalle parti, dovrebbe entrare in vigore
nelle prossime settimane) prevede che in ogni sede Universitaria si proceda alla
sottoscrizione di un Contratto Integrativo da parte delle Amministrazioni e
delle organizzazioni sindacali .
In
sede locale non si tratta più solo di recepire quanto deciso a livello
nazionale ma di definire, a partire dal quadro fornito dal contratto nazionale,
nuovi contenuti per quanto riguarda le possibilità di carriera e di
miglioramento economico per il personale, di valorizzare pienamente le
professionalità acquisite e di impostare una pianificazione adeguata dei
programmi di aggiornamento e formazione.
La
CGIL ritiene che il contratto decentrato debba prevedere la definizione, a
partire dalla nuova classificazione inserita nel contratto nazionale ( per
classi economiche e per categorie), dei profili professionali di cui necessita
l’Università e di una corrispondente dotazione organica. Ciò consentirà sia
di verificare una oggettiva e diffusa situazione di inquadramento, che
l’Amministrazione non ha voluto seriamente affrontare (come dimostrano il
"Regolamento per il reclutamento del personale tecnico-amministrativo"
e i corsi-concorso), sia di definire percorsi certi di crescita professionale e
di mobilità.
Le
risorse finanziarie previste, nella fase di prima attuazione e
nell’applicazione delle procedure di selezione interna, consentono di
procedere ad una significativa promozione professionale per il personale
tecnico-amministrativo, che va sottratta all’arbitrio dell’Amministrazione.
La
CGIL ritiene inoltre che si debba definire una procedura pienamente democratica
e partecipata del personale alla contrattazione integrativa. Ciò significa
diffondere il testo di una piattaforma rivendicativa tra tutti i lavoratori,
raccogliere suggerimenti scritti, verificarli in assemblee di settore e, una
volta arrivati ad una intesa con l’Amministrazione, sottoporla preventivamente
all’approvazione dei lavoratori. Non si devono escludere evidentemente momenti
e iniziative di lotta, perché gli obbiettivi che dobbiamo perseguire sono di
grande rilievo e possono determinare una autentica svolta per i lavoratori
dell’Università di Parma.